La Cassazione a Sezioni Unite si pronuncia sui presupposti per il riconoscimento della prededuzione al credito dei professionisti che abbiano assistito il debitore (poi fallito) nell’accesso al concordato preventivo

Corte di cassazione, Sez. Un., 31 dicembre 2021, n. 42093

Concordato “in bianco” – Rinuncia alla proposta di concordato – Fallimento – Credito del professionista – Prededuzione – Esclusione.

Il credito del professionista incaricato dal debitore di ausilio tecnico per l’accesso al concordato preventivo o il perfezionamento dei relativi atti è considerato prededucibile, anche nel successivo e consecutivo fallimento, se la relativa prestazione, anteriore o posteriore alla domanda di cui all’art. 161 l. fall., sia stata funzionale, ai sensi dell’art. 111, comma 2, l. fall., alle finalità della prima procedura, contribuendo con inerenza necessaria, secondo un giudizio ex ante rimesso all’apprezzamento del giudice del merito, alla conservazione o all’incremento dei valori aziendali dell’impresa, sempre che il debitore venga ammesso alla procedura ai sensi dell’art. 163 l. fall., ciò permettendo istituzionalmente ai creditori, cui la proposta è rivolta, di potersi esprimere sulla stessa; restano impregiudicate, da un lato, la possibile ammissione al passivo, con l’eventuale causa di prelazione e, per l’altro, la non ammissione, totale o parziale, del singolo credito ove si accerti l’inadempimento della obbligazione assunta o la partecipazione del professionista ad attività fraudatoria. 


Normativa di riferimento

Artt. 111, comma 2, 161, comma 6 e 7, 162, 163 l. fall.